La Comunità degli Italiani “Santorio Santorio” festeggia 30 anni di attività con la mostra retrospettiva intitolata “Segni di carta sul muro” – un riassunto degli eventi che hanno caratterizzato questo percorso di vita.
Si tratta di manifesti -di ottima veste grafica- esposti in due palazzi: al Gravisi Buttorai (sede della Santorio) e al vicino Tarsia. Ha inaugurato l’esposizione il presidente Mario Steffè (nonché vicesindaco di Capodistria) con brevi cenni sulla storia della “Santorio Santorio” che è successore legale della Comunità “Antonio Gramsci”: “La Santorio è stata rifondata a nuovo nel ’93 per proseguire con il lavoro fatto nelle sue precedenti forme organizzative fino all’interruzione verificatasi nel passaggio dagli anni ’80 ai ’90. L’indipendenza della Slovenia ha determinato notevoli cambiamenti di ordine amministrativo e politico” – ha ribadito il presidente, che all’epoca è stato il primo ad assumere questo incarico, seguito poi -in ordine di tempo- da Marco Apollonio, Claudio Geissa e dal compianto Lino Cernaz.
“Gli eventi culturali sono stati sempre al centro dell’offerta, nei primi anni in sordina per poi crescere in quantità, ma soprattutto qualità. In 30 anni ne abbiamo organizzati ben 1500 con artisti, storici, scrittori, poeti ecc. della Comunità Nazionale Italiana, ma anche di realtà geograficamente più lontane” – ha spiegato il Steffè ringraziando inoltre tutti gli enti, i soci e i visitatori che si sono adoperati per la crescita e la riconoscibilità della “Santorio Santorio”. Ha ricordato, infine, che il 22 dicembre si celebrerà un altro importante anniversario: il 75mo della fondazione della Comunità degli Italiani, nata appunto nel ‘48 come Circolo di Cultura Italiana.
Foto: MOK