Omaggio alla festa internazionale della donna con uno dei più sensibili e delicati cantati del panorama italiano, che ha spesso posto la figura femminile al centro delle sue canzoni: Sergio Endrigo, nato a Pola nel 1933, morto a Roma nel 2005.
L’omaggio è stato offerto dalla Comunità degli Italiani “Santorio Santorio” di Capodistria la sera del 7 marzo a Palazzo Gravisi Buttorai, “in anticipo per la festa della donna dovuto ad impegni del gruppo musicale, ma estenderemo così l’importanza di questa giornata” – ha spiegato il presidente della Comunità Mario Steffè per poi passare il microfono ai musicisti: il cantautore rovignese Riccardo Bosazzi-Ricky, il polese Valter Milovan-Maer, nonché Vedran Gubrić e Maurizio Di Capua, che si sono alternati sul palco per una carrellata di vari brani di Endrigo: “Canzone per te”, “Come stasera mai”, “Io che amo solo te”, “Dove credi di andare” ed altri. Steffè ha brevemente illustrato la vita e l’opera del cantautore, fatta di luci e ombre: uno dei momenti più dolorosi fu nel 1947 quando lasciò la sua Pola con l’esodo per rifugiarsi in Italia.
Lo stesso Steffè ha avuto modo di conoscerlo personalmente: “In lui si percepiva una vena malinconica, ma indubbiamente è stato un grande poeta, in Istria purtroppo a lungo dimenticato. C’è stato un recupero grazie ai progetti che gli hanno dedicato artisti di grande levatura, come Arsen Dedić, Vito Dundara, Massimo Savić” – ha spiegato Steffè dinanzi al numeroso pubblico che ha interagito con i musicisti intonando alcuni brani di Endrigo. A termine della serata, le donne presenti in sala sono state omaggiate dalle mimose, simbolo di forza e femminilità.
Foto: MOK