Palazzo De Belli di Capodistria: edificio barocco del XVII secolo che custodisce numerose particolarità al di là del valore architettonico. Lo dice l’archivista Deborah Rogoznica che dal documento rinvenuto nel fondo della famiglia De Belli, ha scoperto interessanti aspetti sulla storia degli antichi roseti.
Documento, questo, conservato dall’Archivio regionale di Capodistria. Dalla pianta catastale del 1819, dietro l’edificio De Belli si vede il muro di un giardino e nelle vicinanze un orto botanico che poteva ospitare dei roseti. Il tema è stato al centro dell’attenzione della conferenza organizzata e ospitata dalla Comunità degli Italiani “Santorio Santorio” di Capodistria, a conclusione della mostra presso la Loggia piccola intitolata “Le rose del territorio sloveno – ieri e oggi”.
Oltre alla Rogoznica sono intervenuti la ricercatrice Lucija Čok, l’agronoma paesaggista Breda Čopi e lo storico Salvator Žitko. Mario Steffè, presidente della “Santorio Santorio” nonché vicesindaco di Capodistria, nel porgere i saluti ha ribadito l’importanza di queste ricerche perché ci consentono di conoscere i costumi, le curiosità, i gusti dell’epoca, le abitudini delle antiche famiglie, i cambiamenti avvenuti nel paesaggio.
Tra i dettagli presentati alla conferenza, nel 1834 la famiglia Del Bello ha piantato le prime rose nel loro giardino: più di 100 specie di rose (271 piante) fiorirono sopra il mare dietro il palazzo familiare ancora prima dell’avvento delle rose moderne, create per ibridazione. Gli interlocutori hanno ribadito che ulteriori ricerche potrebbero confermare l’ubicazione del roseto citato nel documento ritrovato, così come di altri eventuali nell‘antica Capodistria. “Inoltre auspichiamo che il Palazzo – futura sede del Centro di ricerche scientifiche- venga entro breve sottoposto alla ristrutturazione” – hanno convenuto gli ospiti a conclusione dell’evento.