Nel corso di una conferenza stampa è stato presentato a Capodistria il progetto preliminare per la ristrutturazione di palazzo Tarsia, acquistato nel 2022 dalla Comunità Autogestita Costiera della Nazionalità Italiana (CAN Costiera) con i finanziamenti del governo sloveno.
“Un passo importante perché a lavori ultimati la Comunità Autogestita della Nazionalità Italiana potrà finalmente riunire sotto lo stesso tetto gli uffici che attualmente sono sparsi in varie zone del centro storico e per i quali paga l’affitto. Abbiamo in mano un gioiello, anzi, un diamante che nel corso della storia è sbiadito” – ha spiegato Alberto Scheriani, presidente della CAN Costiera. Perché sbiadito? Perché numerosi sono stati gli interventi eseguiti all’interno di questo palazzo nel corso della sua vita: costruito alla fine del 16mo secolo e ristrutturato in stile barocco nel 1649, sino ad oggi ha cambiato funzioni e il suo aspetto.
“I danni più grandi li abbiamo rilevati soprattutto al primo piano, alla pavimentazione, alle decorazioni parietali e ai controsoffitti. Ora è importante capire cosa è possibile recuperare avvalendoci di fonti documentali, ma senza la pretesa di riportare l’immobile a esattamente come era nel passato. Ciò che dobbiamo fare è ricostruire l’unità tipologica per la comprensione del palazzo” – ha ribadito l’architetto Michele Faticato richiamando spesso l’attenzione sull’importanza storica dell’immobile: “E’ un processo di recupero di memoria condivisa di un territorio e di una città” – ha infatti specificato. L’architetto Nebojša Vranešić dello studio Architecta, che guiderà la ristrutturazione, ha dichiarato che fondamentali saranno gli studi e le valutazioni dell’Ente per la tutela dei beni culturali. Solo dopo si passerà al progetto di attuazione vero e proprio. Un iter che richiederà tempo e anche denaro – le prime stime dell’opera parlano di almeno 700.000 euro.
Foto: MOK